Un grazie di cuore a Marina Corradi ed al Betania’s bar per questo articolo letto con profonda partecipazione.
l’Acquedotto di Segovia. Duemila anni, fieramente in piedi.
Noi del Bar celebriamo la prossima Festa della vita con MARINA CORRADI per Avvenire di oggi. Nel suo formidabile articolo ci fa visitare l’acquedotto romano di Segovia e volare fino in cima alle guglie del duomo di Milano. Per parlarci dei nostri Vecchi, “che vivevano in case povere, mangiavano pane e polenta, portavano lo stesso vestito per anni, rammendato. Ma quali meraviglie ci hanno lasciato!” Ci dice di quando eravamo povera gente ma vivevamo in prospettiva di una Eternità vista come certezza. In cui pensare di fare figli non faceva paura… E come non pensare all’ABBEVERATOIO che Cormack Mc Carthy ha “scolpito” nel suo Non è un paese per vecchi? Una promessa dentro il cuore!
Caro direttore,
siamo tutti rivolti a ottenere dei risultati – personali, sul lavoro, a breve termine… – e viviamo l’oggi pensando poco al domani. L’altro ieri ascoltavo…
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Ho letto con interesse l’articolo, che fa riflettere. Grazie.🌻
La triste realtà che viviamo nasce da questa precisa condizione che ci stanno inculcando.
Ecco purché…a dispetto di tutto questo,ogni nascita,sia umana..animale o vegetale,ci sembra un autentico miracolo verso la vita che verrà.
Tocca a noi dare…supporto e fiducia,perché sappiano da dove veniamo…da quel cappotto passato tante volte al fratello minore,con la certezza di un futuro migliore…duraturo.
Grazie Lucetta per questo articolo…abbraccio.
“da quel cappotto passato tante volte al fratello minore,con la certezza di un futuro—“. “Portavo allora un eschimo innocente, dettato solo dalla poverta’..Lo porta addosso mio fratello ancora, e tu lo porteresti e non puoi piu’. ..” (Francesco Guccini)
_ Il male e’ vivere convinti di essere senz’anima. Tutto e’ materia, si muore e basta, la vita e’ questa sola, cogli l’attimo, mangia e bevi fino a che sei in tempo…”. Tutto questo e’.. “l’anima del vivere credendo di essere senz’anima”. Alcuni,in piazza, parlavano di un altro loro amico allora non presente, conosciuto nel gruppo per essere donnaiolo. “Ah, Virgiliu, lasseddu fai, chi si ‘ddu gòsidi, ca doppo mottu tanti non c’esti prùsu storia….” (“ah, virgilio, lasciatelo fare, che se la goda, perche’ tanto, dopo morti, non c’e piu’ storia…”. Che bel discorso profondo, alla faccia.. 🙂 Ecco, “il male”. Da li’ arrivano gli sprechi, la vita smodata, il goditelo ora, l’eccessivo valore dato a soldi e averi. Da li’, dalla mancanza di spiritualita’. Che non vuole dire -necessariamente- essere formalmente religiosi. E’ quella religiosita’ intrinseca a contare, a volte quasi inconscia, un anelito, l’atteggiamento del cuore, lanciare ogni tanto uno sguardo di speranza verso il cielo, immaginare qualcos’altro oltre l’apparenza, sperare. Questo alimenta un sano e genuino e costruttivo vivere. Ciao 🙂
Marghian