Tutti gli anni all’inizio della Quaresima si legge un brano delle tentazioni di Gesù.
La parola “quaresima” non gode di una buona reputazione.
In passato era vissuto come il tempo della penitenza, del digiuno, dei sacrifici.
Iniziava il Mercoledì con l’imposizione sul capo delle ceneri, con la formula “ricordati che sei cenere e in polvere ritornerai”!
Bisognava digiunare. Il Venerdì niente carne. Era una visione negativa della vita.
Il filosofo Nietzsche accusava i cristiani di avere più facce da funerale che da risorti. E aggiungeva: potrei credere solo ad un Dio che danza.
Eppure nei primi secoli, la Quaresima non nasce come tempo di penitenza, ma come un “cammino di umanizzazione”, di speranza. Era il tempo dell’attesa.
Gesù non dice: “Fate penitenza e seguitemi”. Dice invece:
«Convertitevi e credete nel Vangelo»
Gesù invita i suoi discepoli di ieri e di oggi ad abbandonare l’immagine di un Dio perverso, nemico dell’uomo, che castiga e chiede solo penitenza.
Propone invece l’immagine di un Dio che è “Abbà-Padre”. Un Dio che è tenerezza, che è misericordia, che vuole solo la nostra felicità.
Gesù ci propone uno stile di vita positivo, non negativo.
Vivere la Quaresima allora vuol dire riscoprire il linguaggio della vita e mettere da parte quello della penitenza.
Fare esperienza del“deserto” non vuol dire liberarsi di tutto e ritirarsi in un convento.
Vuol dire invece riscoprire il gusto di ciò che è essenziale.
Il deserto non è fuga dal mondo, fuga dai problemi della vita.
Il deserto è imparare a fermarsi, a rallentare ritmo di vita.
Il deserto è il “luogo” simbolico del silenzio.
Quel “silenzio” che ti permette di “pensare”, di ascoltare, di pregare. Siamo saturi di notizie, di informazioni, di pubblicità.
Il deserto è spegnere la televisione. E’ liberarsi della schiavitù del telefonino.
E questo non per fare penitenza, ma per vivere meglio.
Pensare significa prendere in mano la propria esistenza. Non lasciarsi vivere. Non lasciarsi trascinare delle abitudini e dalle mode.
Regalarsi un po’ di silenzio è volersi bene.
Per imparare a conoscerci profondamente, dobbiamo incominciare a mettere a tacere le voci degli altri.
Quello che è determinante non è quello che gli altri pensano di noi, con le loro lodi o critiche, ma capire quello che c’è veramente dentro di noi.Soltanto quando avremo imparato a “relativizzare” quello che gli altri dicono o pensano di noi, riusciremo ad acquistare quella indipendenza e quella libertà che ci permetterà di essere autentici.
Un piccolo particolare ma significativo. Gesù ci dice: “Convertitevi” al plurale non “convertiti” al singolare. Quasi a voler sottolineare che la Quaresima, come la fede è un cammino che non si fa da soli, ma assieme.
(dal web)
È una riflessione molto interessante cara Lucia, grazie per la tua condivisione. Ti abbraccio
♥♥♥
Sì, condivido questo pensiero
Grazie Lucetta,il tuo è un post di speranza, sono sempre stata convinta cheGgesù sia Luce e nella luce vedi i particolari.
E nel deserto puoi trovare davvero te stesso rispettando il silenzio. Ci vuole.
Grazie ancora un post che mi ha rasserenato.
Nel silenzio, si ritrova quella pace in simbiosi con la nostra anima, per poter capire a fondo quei valori principi che sono la base di tutto.
Silenzio..digiuno..rispetto..vivono da sempre dentro di noi, che gli abbiamo vissuti..ancora vivono nei nostri cuori, con nostalgia.❤
“Insieme”….
Quanto mi piace questa parola!
Ciao Lucetta, ti abbraccio caramente.
Nives
Ciao Lucia. Vedo questo post sulla quaresima dopo la quaresima. Sulla penitenza, è come dico io da sempre, la quaresima come cammino nel camminare no della vita, e la penitenza “de facto”, come dice Gesù stesso:”ad ogni giorno basti la sua pena”. Così io penso del purgatorio, non un fuoco ma un cammino, una continuazione del cammino. Non potendo contare, il cristiano, sulla reincarnazione, deve vivere un cammino nel dopo vita, dato che si questo i buddhisti hanno ragione : non basta la vita per capire, ecco che per il cristiano che reincarnazioni sta non è, deve pensare ad un perfezionamento, dunque un cammino , perché a parte pochi che diventano in vita, santi, la vita terrena non basta per “essere perfetti” come Gesù ci invita ad essere. Per essere santi.
Sono in ospedale, in attesa di salire in reparto dopo esito tampone fatto alle nove. Vi farò sapere. Ciao 🙂
Aspetto notizie, quando puoi darcele.
Certamente Lucia.
Ciao. Tutto fatto, senza sofferenze tutto è proceduto bene, mi sono sembrati contenti anche i radiologi interventisti (li chiamano così, questo termine mi fa un po’ sorridere, “che anche intervengono mentre esaminano”, ma mi ricorda ” interventisti” come posizione ideologica o politica tipo “fautori dell’intervento nella guerra in iraq o “afghanistan”), sembravano contenti, sentivo i loro commenti (ero in anestesia locale )
Passo il giorno a letto oggi, forse domani sera a casa.
Passerò qualche giorno da mio fratello, prima di andare a casa in paese. Ciao 🙂
Bene. Sono contenta. Riposa.